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Per educare alla poesia. Per educare con la poesia

D’Aniello Fabrizio

Editore: EUM – Edizioni Università di Macerata
pp. 191 ISBN: 9788860561718
ed. 2009
Formati: stampa
Prezzo: € 11.90
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Questo volume si propone di favorire, sollecitare ed incrementare l’attività di ricerca e riflessione attorno al potere umanizzante della parola poetica, ponendone in luce le implicazioni pedagogiche e la valenza educativa, sia dal punto di vista della fruizione della poesia sia da quello di una sua produzione ‘estetica’. In particolare, il percorso di studio tracciato intende far leva sul contributo che la poesia può offrire in termini di svelamento ed attuazione delle umane potenzialità creative e creatrici (quand’anche non dell’intero potenziale umano) al fine di legittimarne il ruolo attivo in vista della celebrazione del valore-persona e della sua educazione totale, secondo la prospettiva dell’educazione integrale permanente. Fondato, quindi, su un’antropologia pedagogica forte, il volume intende evidenziare come la poesia sia in grado di agevolare la conquista di una maggiore consapevolezza di sé e di ciò che è altro da sé, l’esercizio del diritto all’originalità espressiva e dell’autenticità singolare, la promozione e l’arricchimento della dimensione emotivo-affettiva e la valorizzazione della competenza semantico-linguistico-lessicale. Inoltre, focalizza l’attenzione sulla funzione che può svolgere la metafora poetica riguardo all’estimazione educativa del pluralismo cognitivo e del pensiero divergente, nonché sulla funzione sociale del messaggio poetico e sul suo effetto perlocutorio. Infine, interessando principalmente la scuola primaria, prospetta proposte di educazione alla poesia alternative rispetto ad obsolete prassi didattiche che, invero, tendono ad alimentare la disaffezione nei confronti dell’espressione lirica e della sua vis formativa. Ciò nondimeno, ogni argomentazione prodotta è anzitutto un invito continuo all’autotrascendimento che si realizza nell’incontro con la Bellezza, onde farsi forti delle energie vitali ivi conservate per ricusare le brutture di cui è permeata la nostra società tecnocentrica, efficientistica e funzionalistica. Una società, appunto, in cui sembra esserci spazio esiguo per la poesia e troppo, invece, per una prosa arida.